L’Incredibile migrazione dei falchi pecchiaioli, un viaggio incredibile dall’Africa all’Europa

Il percorso copre una distanza impressionante, spesso superiore ai 6.000 chilometri, e richiede un’abilità straordinaria di navigazione. I falchi pecchiaioli si affidano a una combinazione di correnti termiche ascensionali e venti durante la migrazione.

Esemplare di pecchiaiolo durante la migrazione.
I falchi pecchiaioli trascorrono l’inverno nelle foreste e nelle savane dell’Africa meridionale, in paesi come il Sudafrica, lo Zimbabwe e il Mozambico. Con l’arrivo della primavera boreale, tra marzo e aprile, questi uccelli rispondono a un istinto ancestrale e iniziano il loro lungo viaggio verso nord.

Ogni primavera avviene la migrazione dei falchi peccaioli (Pernis apivorus). Questi straordinari rapaci, noti per la loro dieta a base di vespe e api, intraprendono un viaggio lunghissimo che li porta dall’Africa meridionale fino all’Europa, attraversando migliaia di chilometri con una precisione e una resistenza che lasciano senza parole.

Tra le tappe più suggestive c’è il passaggio, obbligato, attraverso lo Stretto di Messina, un punto cruciale che segna il loro ingresso in Italia.

Un lungo viaggio che inizia nell’Africa Meridionale

I falchi pecchiaioli trascorrono l’inverno nelle foreste e nelle savane dell’Africa meridionale, in paesi come il Sudafrica, lo Zimbabwe e il Mozambico. Con l’arrivo della primavera boreale, tra marzo e aprile, questi uccelli iniziano il loro lungo viaggio verso nord.

La migrazione è guidata dalla necessità di raggiungere le aree di nidificazione in Europa, dove le condizioni climatiche e l’abbondanza di cibo, in particolare gli insetti di cui si nutrono, sono ideali per allevare i piccoli.

Falco pecchiaiolo.
Il viaggio fino allo Stretto di Messina richiede generalmente dai 20 ai 30 giorni dall’Africa meridionale, a seconda delle condizioni atmosferiche e della velocità dei venti. Partendo a fine marzo o inizio aprile, i primi falchi arrivano in Italia tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.

Il percorso copre una distanza impressionante, spesso superiore ai 6.000 chilometri, e richiede un’abilità straordinaria di navigazione.

I falchi pecchiaioli si affidano a una combinazione di correnti termiche ascensionali, che sfruttano per planare senza spreco di energia, e a punti di riferimento geografici che li guidano attraverso il continente africano, il Medio Oriente e infine l’Europa meridionale.

Lo Stretto di Messina: la porta per l’Italia

Uno dei momenti più spettacolari della migrazione avviene quando i falchi pecchiaioli raggiungono lo Stretto di Messina, il canale naturale che separa la Sicilia dalla Calabria, rappresentando uno dei principali “colli di bottiglia” per gli uccelli migratori. Questo passaggio, largo appena 3 chilometri nel suo punto più stretto, è una sfida cruciale.

I falchi, che evitano di volare sopra il mare aperto per non perdere le correnti termiche, si concentrano qui in gran numero, offrendo uno spettacolo mozzafiato agli appassionati di birdwatching.

Il viaggio fino allo Stretto di Messina richiede generalmente dai 20 ai 30 giorni dall’Africa meridionale, a seconda delle condizioni atmosferiche e della velocità dei venti. Partendo a fine marzo o inizio aprile, i primi falchi arrivano in Italia tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.

Durante il passaggio sullo Stretto, migliaia di esemplari possono essere avvistati in una singola giornata, spesso in compagnia di altri rapaci come nibbi e poiane.

Una volta superata questa barriera naturale, i falchi si disperdono verso le loro destinazioni finali, che includono i boschi temperati dell’Italia centro-settentrionale, ma anche altri paesi europei come Francia, Germania e Scandinavia.

Un’impresa di resistenza e adattamento

La migrazione dei falchi pecchiaioli non è solo una questione di distanza, ma anche di strategia. Durante il viaggio, questi rapaci devono affrontare venti contrari, predatori e la necessità di trovare cibo lungo rotte spesso aride.

Falco pecchiaiolo.
La loro capacità di sfruttare le termiche colonne d’aria calda che si alzano dal suolo – permette loro di coprire centinaia di chilometri al giorno con un dispendio minimo di energia.

La loro capacità di sfruttare le termiche colonne d’aria calda che si alzano dal suolo gli permette di coprire centinaia di chilometri al giorno, con un dispendio minimo di energia. Inoltre, il loro arrivo in Europa coincide perfettamente con l’attività delle vespe, garantendo una fonte di nutrimento abbondante per la stagione riproduttiva.

Un patrimonio da proteggere

Osservare i falchi pecchiaioli attraversare lo Stretto di Messina è un’esperienza che richiama ogni anno ornitologi e amanti della natura da tutto il mondo. Tuttavia, questa migrazione oggi è influenzata dai cambiamenti climatici, dalla perdita di habitat e dalle attività umane lungo le rotte migratorie.

Proteggere questi straordinari viaggiatori significa salvaguardare un intero ecosistema che dipende dal loro ruolo ecologico. In questo periodo dell’anno, mentre i falchi pecchiaioli solcano i cieli italiani, ci ricordano la bellezza e la complessità di questo ciclo che si ripete da millenni e che continua a stupire chiunque alzi lo sguardo verso l’alto.

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